Era una domenica sera, un paio di settimane fa, al termine di un fine settimana che avevo immaginato diverso. Correvo nel parco Ducale di Parma, io punto verde fluo dentro la penombra umida.
Sotto ai miei piedi, fanghiglia e foglie scivolose.
Davanti a me, cinquanta metri oltre, un bambino in bici, un’anziana signora e, ancora più avanti, un donna dalla figura longilinea e giovane.
Il suono dei miei passi, la voce della donna giovane, dentro ad un telefono. E quella umidità fina, fina, fredda, fredda, lucida, palpabile.
Penso che in quel punto del parco cambio sempre traiettoria, perché io al buio non vedo bene e rischio di inciampare.
Il bimbo corre con la bici facendo la spola tra le due donne, ipotizzo siano la mamma e la nonna. E si distrae attratto da un fruscio tra i cespugli.
È un attimo. La bici sfiora la nonna, che si fa sorprendere. Il movimento che la signora fa è istintivo, ma non supportato dal corpo. Vorrebbe balzare in avanti, ma slitta sulle foglie, perde l’equilibrio e si accascia sul ginocchio destro.
Senza rendermi conto, ho fatto un balzo e sono riuscito a sostenere la signora evitando che cadesse in una pozzanghera. Dove sono finito io. Infangandomi tutto.
Amen.
Quello che mi ha colpito davvero, però, è stata la reazione della signora.
Mi ha ringraziato, quasi commossa. Il nipote era senza parole, impaurito, e la figlia ancora avanti appesa al telefono.
“Si è accorto lei di me, che stava facendo le sue cose e mia figlia no. Ma è normale così. Non ho mai voluto disturbare gli altri e adesso sono vecchia per fare baccano – e si è messa a ridere – Si è anche tutto sporcato. Le posso pagare la tintoria?”
In quel momento è apparsa la figlia, con lo schermo del blackberry ancora illuminato in mano. Impietrita. Le ho detto quello che era successo.
“È colpa di questo telefono – dice la figlia – ma sa il lavoro e… .”
“Lo so, non me ne parli – la interrompo io – però basta spegnerlo e respirare un po’.”
Ho salutato i tre, la signora mi ha abbracciato e ho ripreso a correre.
Ciao
Alberto (@per4piedi)
Non è bello sentirsi utili?
è capitato anche a me di soccorrere una signora anziana che purtroppo nel mio caso era già caduta a terra, quando ti ringraziano per qualcosa che hai fatto semplicmente con il cuore è un’emozione indescrivibile, forse sarò io che sono “particolare” ma in quell’occasione mi son sentito utile a qualcuno e ho ripreso la mia corsa con il cuore carico e il sorriso.
Naturalmente complimenti per il tuo gesto, che tu puoi pensare che tutti avrebbero fatto, ma non è così.