Salvatore Bettiol, un mondo di corsa.



Immaginiamo un’alba poco prima dell’estate. Il sole sonnecchia ancora. Davanti 5 chilometri da correre. Poi la giornata prenderà il suo vestito del venerdì, aspettando il fine settimana. L’idea di “5 alle 5” è questa. Ed è venuta a Salvatore Bettiol nel 2013. Organizzata solo con il tam tam via cellulare. Si sono ritrovati in 60 a porta San Tomaso a Treviso e hanno corso attorno alle mura della città. Quest’anno Bettiol rilancia l’appuntamento: venerdì 5 giugno alle ore 5 nella zona dei bastioni di San Marco, nei pressi della porta Santi Quaranta a Treviso. “Vogliamo far conoscere e vivere Treviso in un orario insolito. Farlo insieme, magari di corsa, a passo libero – illustra Bettiol, ex maratoneta olimpionico azzurro, due volte vincitore della Maratona di Venezia nel 1986 e 1987 – Però, per rendere l’edizione di quest’anno un po’ più particolare ogni partecipante (iscrizioni a partire da 8 euro, n.d.r.) avrà il suo pettorale e ci sarà un mini pacco gara che comprende, per i primi 500 iscritti, uno zainetto realizzato con la collaborazione di Diadora.”



Salvatore Bettiol

La 5 alle 5 è l’ultima delle sue idee che uniscono corsa e scoperta del territorio, come La Maddalena Caprera Half Marathon in Sardegna o La Mezza di Treviso.

Stiamo lavorando intensamente per La Mezza di Treviso che, alla sua seconda edizione il prossimo 11 ottobre, ha ricevuto la promozione a gara internazionale. La Mezza di Treviso ha portato e sta portando runner da tutta Italia, molti da Puglia e Sardegna, e la promozione a gara internazionale porta visibilità anche all’estero e questo permette di essere un’attrattiva anche per il turismo. Il tracciato sarò lo stesso dell’edizione 2014, perché vogliamo far conoscere Treviso sia attraverso la sua storia, i palazzi del centro e piazza dei Signori e le ville antiche lungo il percorso, sia come città d’acqua, attraverso la Restera e il Sile.”

Fino ad ora lei ha corso 150mila km, quattro volte il giro  del mondo, comprese 38 Maratone: si ricorda la prima e l’ultima?

Andiamo parecchio indietro (sorride, n.d.r.). La mia prima considero la StraMilano nel 1984 e non l’ho portata a termine. L’anno dopo l’ho corsa ancora, ma mi allenavo pochissimo per quella distanza, ero concentrato sul cross, però la Maratona mi attraeva. E poi c’è stata la vittoria a Venezia, nell’86. Ho ancora i brividi, come per il secondo posto a New York. Mi è piaciuta molto la Maratona di Boston. Del bronzo ai Campionati del Mondo di Seul ho un bellissimo ricordo e anche del quinto posto alle Olimpiadi di Barcellona, nel 1992 a 15 secondi dal podio… credo che per come mi allenavo avrei potuto vincere di più, ma va bene così. L’ultima l’ho corsa a Venezia, cinque anni fa, per l’edizione 25.”


Diadora è sempre stata una costante lungo la strada.


Diadora ha creduto in me è mi ha accompagnato fin dall’esordio internazionale, nel cross a Parigi nel 1980. Adesso che ho smesso di gareggiare collaboro con Diadora come consulente nella gestione del team atleti. Abbiamo giovani campioni di primissimo ordine, come Meucci o CrippaSono proprio affezionato a questo marchio, che per me è una squadra, quasi una famiglia, poi è una realtà della provincia di Treviso, che dal territorio dove è nata ha raggiunto tutto il mondo, prima con la famiglia Danieli adesso con la famiglia Polegato.”


Le manca la competizione?


Sono ancora innamorato della corsa ed è questa passione, che brucia ancora, a spingere per inventare le gare che organizziamo. Negli ultimi due anni ho avuto problemi alle caviglie e ho dovuto fermarmi. Adesso li sto superando e mi piacerebbe gareggiare, nel gruppone naturalmente (ride, n.d.r.). Mi piace fare fatica, quando il corpo gira, la macchina si muove, le pulsazioni aumentano. La corsa mi ha dato moltissimo: ho viaggiato il mondo, conosciuto culture e persone tanto diverse da me e tra loro. La Maratona, la corsa sono il mio mondo.




photo credit Renato Vettorato

Come sono le ultime 4-5 settimane prima di una Maratona?

Un mese prima si lavora ancora abbastanza. Credo che il lungo da 30 km sia ottimale a tre settimane dalla Maratona e consiglio anche di correre 21 km a due settimane. A me sono sempre piaciute le ripetute su distanze lunghe e curare la velocità per insegnare ai muscoli che sono anche veloci, oltre che resistenti. Negli ultimi 15 giorni è importante non far perdere giri al motore.”


E il giorno della vigilia?


Nei giorni immediatamente prima non bisogna cambiare le abitudini della propria quotidianità. La corsa deve essere una cosa normale. Secondo me è bene il giorno prima della Maratona correre 20-30 minuti, tranquilli, rilassati, attenti proprio per far sentire a corpo e mente che è arrivato il momento atteso. E la sera prima una cena equilibrata, preparare il borsone, attaccare il pettorale alla maglietta. Bisogna scaldare il motore e dire a corpo e mente ‘ci siamo’.


Cosa rende i 42 chilometri così magici?


Per godere una misura così lunga bisogna partire lentamente, ascoltare solo se stessi, conservare l’energia: se gli zuccheri non circolano più diventa un calvario. Credo che per un amatore sia preferibile correre due Maratona all’anno, una in primavera, una in autunno. E durante il resto dell’anno allenarsi con costanza, partecipare alle gare della domenica, a mezze Maratone e 30 km, che sono sempre un buon test. Bisogna correre per star bene in tutto, esagerare mai. Se si gestisce bene l’energia e si riesce a finire in progressione la Maratona è un’esperienza molto più grande di quello che ci si possa aspettare. Almeno una volta nella vita, mi piacerebbe che tutti corressero una Maratona riuscendo a gustarsi gli ultimi metri, perché lì c’è qualcosa di particolare che si sente sempre.


Vorrebbe correre una Maratona ancora una volta?


Sì. Mi piacerebbe molto correre ancora a Boston, che parte dalle colline e va verso il mare, un po’ come l’Unesco Cities Marathon in Friuli, e  a New York.” 


Alberto (@per4piedi)

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