Come quando fuori piove e tu in casa ti annoi un po’. Magari lanci verso il soffitto una pallina di gomma bianca con striature colorate, la osservi rotolare salendo, l’attimo che resta sospesa a metà di qualcosa, e poi scende.
Come quando fuori piove e, anni dopo, il primo giorno di primavera esci a correre. Non ti importano direzione, spazio, tempo, non c’è ragione per forzare il passo, spingere il respiro contro la cassa toracica. Solo andare basta. Nel modo più naturale che ho.
Aggiorno i chilometri e noto che me ne manca uno per averne corsi mille. Quando ho iniziato a correre in modo costante mille chilometri non avevano una forma precisa. Come una pallina sospesa per aria.
Il pomeriggio di quello stesso giorno piovigginava e ho partecipato alla prova di appoggio durante il Mizuno Day organizzato da Sport Way a Conegliano. Me l’aveva indicato il mio amico Cada.
Una prova di appoggio prevede un tapis roulant, una telecamera puntata verso i tuoi piedi mentre corri.
Il film del mio movimento viene proiettato sullo schermo di uno computer portatile ed è valutato da Giovanna Volpato, vincitrice della Firenze Marathon nel 2008, e da Roberta dello staff di Sport Way.
“Hai un buon appoggio. Tenti appena ad aprire il ginocchio destro. Hai una corsa efficace ed elegante. Osa di più, te lo puoi permettere.”
Sono un bravo ragazzo anche nella corsa, quindi.
Ho corso la mia prima prova di appoggio prima con la Mizuno Wave Ultima 6, poi con le Mizuno Wave Rider 18, nello stile Osaka, bianco e con sfumature di arcobaleno. Le prime ormai le conosco e loro conoscono me. Con le seconde, molto diverse, molto reattive, mi sono sorpreso a divertirmi a correre veloce.
Non sono ancora pronto per quella sensazione costante di dinamicità frizzante, però mi è bastato correre qualche istante con le Osaka per provare dove vorrei arrivare.
E mentre scendo dal tapis, Roberta mi spiazza: “Cada mi ha detto che ti manca un chilometro per arrivare a mille. Ho acceso un tapis roulant per te se vuoi. So che non è come correre in strada, però visto che ci sei.”
Nemmeno un dubbio. Ho ringraziato Roberta, credo di aver avuto gli occhi lucidi. Sono salito sul nuovo tapis e, tra la curiosità dei clienti del negozio, ho iniziato a correre. Visto che il chilometro era uno e ai piedi avevo scarpe che godono la velocità, ho impostato un ritmo elevato. E amen se indossavo una maglia di cotone grosso, che ha amplificato il caldo.
Ho corso felice di vivere quel momento, ammetto anche di incuriosire altre persone.
“Ma cosa sta facendo?” “Sta correndo il suo primo millesimo chilometro.” “Corre veloce.” “Si sta divertendo.”
Ho osservato i piedi, solo raggi bianchi e colorati. Ho corso il mio primo millesimo chilometro in 4 minuti e spiccioli. Che è un fatto che non cambia la storia, ma io mi sono divertito.
Tolgo le Mizuno Osaka e le chiudo nella loro scatola.
Ma ci rivedremo, come quando fuori piove.
Divertitevi!
Alberto (@per4piedi)