Ammettiamolo, spesso la corsa è un mezzo, persino una scusa, per raggiungere qualcosa.
Una bella scusa.
A me le contaminazioni e gli incontri tra realtà in apparenza distanti piacciono.
Forse è per questo motivo che scrivo tanto, come se con le parole si potesse arrivare ovunque, avvicinare ciò che è distante, creare dimensioni nuove.
E’ un modo di viaggiare a chilometro zero.
Forse è per questo che viaggio parecchio. Un viaggio è fatto anche di pochi passi, di poche fermate del treno. Di un paio di caselli dell’autostrada.
La corsa mi sta mostrando un modo nuovo di scrivere e viaggiare. E si è trasformata da sfogo del momento a mezzo per conoscermi meglio, a scusa per rotolare tra chilometri, tempo e parole. Per ascoltare nuove esperienze, per unire le distanze, per scoprire il volto delle cose dentro luci nuove.
Venerdì 5 giugno parteciperò alla prima edizione della 5 alle 5: cinque chilometri (più 300 metri) all’alba, nei luoghi più suggestivi del centro storico di Treviso. “Vogliamo far conoscere e vivere Treviso in un orario insolito. Farlo insieme, magari di corsa, a passo libero”, mi ha raccontato un paio di mesi fa Salvatore Bettiol, ex maratoneta olimpionico azzurro, ideatore della 5 alle 5. “Però, per rendere l’edizione un po’ più particolare ogni partecipante avrà il suo pettorale e ci sarà un mini pacco gara che comprende uno zainetto realizzato con la collaborazione di Diadora. Puntiamo a 500 iscritti.” Però nel frattempo gli iscritti sono raddoppiati e toccati i mille l’organizzazione ha chiuso le iscrizioni. 5 alle 5 sold out.
Sarà particolare correre mentre la città respira ancora calma e quasi immobile. Dentro il silenzio interrotto lentamente. Con l’aria ancora fresca, senza fretta. Ogni volta che mi capita, lo sento come un privilegio.
Al traguardo la 5 alle 5 prevede caffè e brioches.
E poi?
Poi prenderò la macchina, guiderò fino a Venezia, prenderò un aereo, volerò per un paio d’ore, raggiungerò per la prima volta Lisbona. Forse, almeno questo è il mio desiderio, correrò lì, tra tram su ripide strade, piccoli vicoli spigolosi di storie morbide e frenetiche, di Fado suadente malinconico, di botteghe artigianali e pesce in scatola, di penombre moresche, dentro una luce che, leggo, condivide qualcosa con l’arte.
In un giorno credo si possa fare.
Credo che non sia nulla di eccezionale, credo che le occasioni vadano create, prima di essere colte. Credo che passioni e semplici follie vadano coltivate.
Credo che la corsa sia una bellissima scusa per accorciare le distanze, tutto il resto viene da Sé.
E poi?
Poi un bicchierino di ginjinha 😉
“Non è stancante?”
Ve lo dirò!
Alberto
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