Oggi non parliamo di corsa. Anzi, sì. Perché quella a cui ho assistito è una delle corse più folli e libere mai viste.
Supermercato. Passavo in rassegna con lo sguardo alcuni bagnoschiuma, quando vedo un anziano sorridente entrare nella corsia, con il carrello pieno di spesa. Noto che indossa il cappellino rosso della Ferrari e una polo che, orgogliosamente, ostenta il cavallino rampante nero su sfondo giallo, all’altezza del cuore. Particolari insignificanti, pensavo.
Proseguo la mia analisi nell’ambito della chimica da doccia e, con la coda dell’occhio, noto che l’anziano avanza lungo la corsia sempre più velocemente. Arrivato a metà inizia proprio a correre. Sempre più veloce, sempre più veloce. Manca poco alla fine degli shampoo, a sinistra il supermercato continua nel reparto prodotti per la casa, a destra ci sono i cibi senza glutine.
L’uomo adesso fila di buon passo, entra la curva a sinistra derapando, ma a metà traiettoria qualcosa lo sbilancia e rovina col carrello addosso alla pila di borotalco in offerta.
Molte buste si rompono. Nuvole di polvere colorata e profumata si alzano dal punto di impatto, nemmeno fosse una tappa della Color Run. Nemmeno fossero i sacchi di sabbia a bordo pista.
Accorre una commessa con qualcosa di colorato in mano: “Ma scusi, ma le pare?”
E l’uomo risponde: ”Eh avevo l’aerodinamica scarica e ho grippato.”
Arrivano altre due commesse e la scena si trasforma in una conferenza stampa con il campione che spiega la dinamica dell’incidente, che ha posto fine anzi tempo alla gara che stava conducendo come leader della classifica.
Ammetto che fatico a credere ai miei occhi, pieni di lacrime dal ridere.
Il mito Ferrari tra le corsie di un supermercato.
Tra le lacrime penso a cosa sia la libertà, all’ingenuità dei sogni e alla loro potenza.
Al fatto che quando ti scatta qualcosa dentro spinto dalla passione, quell’impulso non sempre lo puoi fermare. Se il carrello non avesse sbandato, per l’aerodinamica della spesa messa male, l’anziano avrebbe vinto la sua gara. Effettivamente in quel supermercato le corsie invitano a derapare.
Non è pazzia, è voglia di provarci.
Penso al conformismo e alla capacità di andare oltre ciò che è scontato. Penso che spesso dentro di noi lo facciamo, poi arriva un momento in cui vogliamo realizzarlo e del pensiero nostro o degli altri ci importa poco a quel punto.
Partiamo, acceleriamo, sbandiamo, rischiamo ci allontaniamo dalla routine ci avviciniamo a noi stessi.
Penso a cosa abbia provato quell’uomo nel momento in cui ha scelto di iniziare a correre, a come ha impostato la curva, a cosa ha pensato quando la nuvola di talco lo ha avvolto. Credo che per qualche momento lui sia stato davvero dentro ad una monoposto rossa a girare su una pista di Formula 1. Rampante.
Esagero?
Io credo di no.
Ciao,
Alberto (@per4piedi)