Sono già qui, aspettami e basta.

Storie di corsa a San Valentino.

  
Riprendo fiato e faccio esercizi.

Prendo fiato ed faccio esercizi.La temperatura è gentile, anche se l’umidità proprio non se ne va. Il cielo è stellato, quasi non ci fossero le luci della città. Accanto ho una coppia di ragazzi. Lei indossa una maglia rossa in tessuto tecnico, almeno una taglia più abbondante di quanto le servirebbe, e scarpe che ne hanno visti di chilometri! Lui veste un gilet giallo fluo, di quelli che si notano anche dentro la nebbia. Sopra le scarpe immacolate porta pantaloncini aderenti, sembrano confezionati su misura, e una maglia ipertecnica. Siamo al parco.

Lui parla.

“Certo che correre è sempre proprio bello, senti come respiro bene.”

“E’ solo la seconda volta che vieni. Aspetta prima di dire che correre è sempre bello”, suggerisce la ragazza.

“Certo”, dice lui a testa bassa. Poi si rivolge a me:“Tu corri da molto?”

“Non da molto, da un po’.”

“Bello correre, vero? Senti, ho letto che correre con qualcuno che tiene il ritmo faccia fare più strada.”

“Credo di sì, la regolarità è importante”, rispondo in tono di circostanza.

“Senti, ci staresti davanti per un paio di giri, per vedere come va. Io sono Giulio, lei Luisa.”

Mi stupisce un po’ la richiesta. La ragazza è ancora più stupita di me. “Dai, non serve – dice Luisa – non vogliamo disturbarti.”

“Nessun disturbo, andiamo. Correre con qualcuno è sempre bello.” Giulio è già tornato sulla strada, Luisa mi guarda, incuriosita.

Partiamo. Io avanti di qualche passo rispetto a loro.

L’anello del parco è lungo più o meno 1 chilometro e 700 metri. Zone in penombra altre illuminate a giorno. Sul terreno terra battuta, ghiaino e asfalto si alternano. E’ una bella serata per correre.

Giulio parla, parla tutto il tempo. Un monologo nella notte.

“Non avrei mai pensato che correre potesse essere così curioso. Mi sento bene, altro che stare tutto il giorno in ufficio. E poi a cosa serve? Meno male che mi hai chiesto se mi andava di accompagnarti. E’ vero, sono solo due volte, però mi sembra di essere già nel mio elemento naturale. Oggi ho detto che uscivo presto dal lavoro per prepararmi a correre con te. Tutti stupiti. Mi piacerebbe farti conoscere il mio capo. Forse aspettiamo ancora un po’, che dici?”

Non mi volto e aumento il ritmo appena.

“Poi sono contento, perché ho letto che la corsa fa bene alla schiena. Lo dice anche il papà del mio amico, di Lucio, che è un medico. E questa umidità a me non dà fastidio. Correre fa bene alla schiena. Io mi sento già meglio.”

Io, invece, sento che mi tornerà il fastidio denso alle cervicali quando i muscoli si raffredderanno finito di correre. Viva sorella Umidità.

“Pensavo di abbonarmi a Runner’s World. E’ completo. Hai letto la recensione alla nuove scarpe per il bare foot? Non so proprio come possa essere correre in quel modo. Dicono sia più naturale. E sai che dovresti indossare abbigliamento più aderente? Cioè, non fraintendermi, quando corri intendo, naturalmente.

Luisa si schiarisce la voce con un colpetto di tosse.

Siamo oltre metà del giro, ne ha di fiato questo corridore, penso.

“Poi guarda la bellezza del mondo della corsa. Anche trovare questo ragazzo che ci dà il ritmo: è gentile, vero?”

Ringrazio Giulio con il pensiero e dico a me stesso che devo diventare meno logorroico. E’ la qualità delle parole ad avere valore, non la quantità o la loro frequenza.

“Sai che potremo venire a correre anche una mattina qui, durante il week end. Per vedere come è farlo di giorno e …”.

D’istinto mi volto a sinistra e vedo che Luisa all’improvviso si ferma. Si guardano, lui è sorpreso e Luisa dice qualcosa che trovo semplicemente bellissimo, più della corsa stessa:

“Senti, mi hai già convinto a stare con te e addirittura correre insieme e sto bene. Adesso per favore non parlare più e godiamoci in silenzio il resto del giro.”

… Sono già qui, aspettami e basta.
Ciao,

Alberto

(@per4piedi)

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