Secondo giorno in Francia per #MakeItBright, da Marsiglia a Frontignan. Tra mare e tanto vento. E una primavera che ha fatto capolino quando meno te l’aspetti.
A Barcellona manca poco, anche se in un’avventura così lunga, tanto e poco sono concetti che perdono di significato. In una staffetta di poco meno di 1.500 chilometri la distanza non si misura più in metri, si misura in tempo. Quindi oggi #MakeItBright di Diadora ha corso il suo sesto giorno e ce ne sono ancora tre pieni da vivere… a bordo di runner.
Il primo a partire da Marsiglia è stato Wouter, 35 anni, olandese, viaggiatore, ultra runner e food designer. E queste passioni fanno di Wouter un conoscitore dei luoghi più suggestivi dove correre in Europa: “Uno dei miei posti preferiti per correre è il parco dove una volta c’era l’aeroporto Tempelhof, a Berlino. È un luogo suggestivo dove storia, natura e atmosfere urbane si fondono insieme.” Lo spirito con cui questo riccio runner orange affronta la vita è quello del vento che sembra dire:“Vivi leggero che, anche quando soffio forte che sembro toglierti il fiato, alla fine ti sto dicendo che andrà tutto bene.”
Dopo 31 chilometri, Wouter ha passato la scatola di scarpe a Eric. Una frazione caratterizzata da tanto vento quella del runner francese.
Correre contro il vento è come spingere una macchina in panne. Ogni chilometro percorso vale doppio, triplo a volte. A Fos-sur-Mer è stato il turno di Julien, fermo sostenitore dell’importanza dello stretching prima e dopo lo sport.
Julien ha terminato la Maratona di Parigi nel 2014 in 4 ore precise. E ha deciso di sfidare il vento per un tratto di strada particolarmente veloce, avvolto da un improvviso spicchio di primavera quando #MakeItBright ha raggiunto la Camargue. Qui i 18 chilometri corsi da Laruent hanno riassunto tutta l’essenza della pace selvaggia che si respira in questa regione francese, dove è frequente vedere branchi di cavalli che corrono liberi e quasi sentirsi in un mondo sospeso.
La Camargue ha tratti di terra verdissima, altri brulli e pieni di sassi. Quella terra tuona quando i cavalli sbattono i loro zoccoli al galoppo. E’ una forma d’arte anche questa corsa. “Amo correre negli spazi aperti, sono qui: cosa posso volere di qui?”, ha detto Laruent a fine corsa, prima di passare la scatola di scarpe a Fabian, che ha corso anche ieri. Fabian interpreta la corsa quasi come una meditazione in movimento. Lo fa da anni e questo, dice, gli ha dato un atteggiamento sempre positivo e un’attitudine continua alla scoperta di cose nuove. Oggi Fabian ha scoperto un’oasi abitata da Flamingos, fenicotteri rosa se preferite.
Quanti spazi, tempi da inventare, cieli che si passano le nuvole come corressero anche loro una staffetta. Chilometro dopo chilometro, Make It Bright, questa idea di consegnare una scatola di scarpe da una parte all’altra dell’Europa, ha perso l’hashtag, che la descrive nel mondo social, e si sta rivelando per quello che è davvero: un’avventura condivisa di corsa, aria aperta, elementi naturali come compagni di viaggio, scoperta, un viaggio fatto un piede dopo l’altro, verso un confine che in fondo non c’è.
Per seguire il racconto in diretta del settimo giorno di staffetta basta cliccare qui.
Ciao,
Alberto
(@per4piedi)