Ma ora tu corri, semplicemente. 

Esci a correre, semplicemente. Ti manca.
Sono almeno dieci giorni che non hai vere pause, e va bene così in questa parte di vita. 

Ti chiamano le metropoli, i mezzi pubblici che scavano la terra e gli aerei che sperimentano il cielo.Ti chiamano gli alberghi, dove una stanza è già prenotata a tuo nome. 
E la strada ti aspetta. Finalmente vai. Passi in mezzo ai fari dei lampioni, delle macchine che escono dai parcheggi per uscire da un’altra giornata. Passi tra le penombre dei palazzi, delle finestre, come caselline del calendario dell’Avvento. Tra il suono “acciotolante che fanno i piatti” della cena. Tu preferisci lasciarti sparire tra le ombre del parco, vicino al fiume, dove spunta la vita silenziosa, che diventa notte. Il freddo si ferma sul corpo in movimento. Corri e in quel momento ti basta questo. 


Il tuo respiro, il tam pam dei piedi contro la terra che ti accoglie, il battito del cuore che pompa Vita. 

A casa, ci sarà un pezzo di Skin sotto la doccia a aspettarti, un’interurbana e qualcosa di caldo ad aspettarti. Ma ora tu corri, semplicemente. 

Ciao,

Alberto

(@per4piedi)

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