Nei percorsi di crescita personale ci si focalizza spesso sulla differenza tra dovere e scelta. Dunque, mia nonna era un guru della crescita personale. Lungi da me fare dell’ironia sui percorsi di crescita personale. Anzi. Ma sono davvero convinto che le parole di mia nonna, praticamente su ogni argomento della vita, quando mi vengono in mente e ci rifletto un po’ sopra, contengano pillole di strategia per capire cosa fare in alcune situazioni.
Una mia abitudine del sabato mattina presto è andare a fare sport in una palestra abbastanza lontana da casa mia. Così, quando il sole si sta stiracchiando, io sto facendo esercizi di flessibilità, sto sollevando chili con il bilanciere e sto sollevando me stesso sulla sbarra, usando solo le braccia. Detta così mi fa sembrare uno fissato con il fisico, ma mi smaschero da solo: alla prima trazione sembro un soldato delle truppe speciali, alla sesta consecutiva sono Gigi la Trottola. Poi corro per mezz’ora e alle 9 e mezza sono già sotto la doccia calda.
L’altro giorno stavo guidando verso la palestra e mi chiedevo perché lo stessi facendo.
E mi è venuta in mente mia nonna.
Noi nasciamo in un mondo che ha già tutte le regole scritte e ci troviamo a rispettarle in maniera talmente istintiva che diventa naturale farlo. Senza chiederci perché o se quelle regole abbiano senso. Il problema nasce poiché siamo animali pensanti e Qualcuno che ci vuole bene ci ha regalato il libero arbitrio. Quindi, in alcuni momenti o davanti a determinate regole, scendiamo dal treno in corsa con l’aria condizionata e saltiamo in groppa al bisonte che passa di lato all’aria aperta.
Un po’ come Bufalo Bill.
Quando noi ci imponiamo di rispettare una regola per dovere, stiamo mandando a noi stessi un messaggio che è sbagliato.
E ho pensato a come cambiano le cose, cambiando il verbo. Io devo preparare la cena, devo studiare, devo correre, devo migliorare un po’ ogni giorno.
Tanta roba, più o meno come il piombo.
Io scelgo di preparare la cena, e così mi viene anche bene, scelgo di studiare, e magari imparo qualcosa di utile, scelgo di correre, di fare sport, così magari mi diverto e mi fa bene. E al traguardo non lascio il fegato in cambio della medaglia. Io scelgo di migliorare un po’ ogni giorno, così migliora un po’ tutto.
Tanta roba, e ci si diverte di più.
Io non devo andare in palestra il sabato all’alba a fare fatica, quando potrei dormire. Io lo scelgo, lo sto scegliendo perché so che mi fa bene e siccome ho scelto di iniziare a volermi bene, continuo a scegliere di farlo.
Lo faccio perché mi piace. Punto. E’ così nella sua semplicità, che è anche la sua potenza.
Ah, mia nonna non era Bufalo Bill.
Ciao,
Alberto
(@per4piedi)
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