Più faticosa la salita o la discesa? Soprattutto, qual è il ritmo corretto per non trasformare una corsa in una arrostita epica?
L’ho chiesto a Daniele Cesconetto, che i chilometri li pesa con l’unità di misura del viaggio.
“Dunque le pillole del Corso di corsa oggi riguardano il ritmo di corsa. Una condanna per i più. Per trovare quello giusto, cioè quello che fa per te, te lo devi sudare, letteralmente, e non poco.
Ci sono una miriade di fattori che influiscono sul ritmo, così è stato da sempre e così sarà per sempre. È la natura stessa del camminare o correre. E, in tutti i casi, è la fatica che la fa da padrona.
Il ritmo di corsa poi divide il popolo del podismo in due categorie.
Quelli che “è troppo forte per me” e questi li capisco, perché ho provato quella sensazione tante volte sulla mia pelle. Non è piacevole, mai, ma se visto in chiave positiva è la palestra più utile che possiamo fare.
E poi ci sono quelli che “ah no, andiamo così piano? Che fatica !!!”
Sarà che sono fatto male e a modo mio, ma a correre lentamente ho sempre fatto molta meno fatica che ad andare forte. Che poi, il piano e il forte è sempre tutto relativo.
Negli ultimi venti anni, cioè metà della mia vita, la cosa che ho fatto di più è stata correre.
E dopo quasi 70mila chilometri corsi ho capito una cosa: se vuoi andare veloce, non c’è problema, ma devi andarci da solo, se vuoi scoprire posti nuovi, e dunque in definitiva andare lontano e aprire gli orizzonti, viaggia in compagnia.
Buona corsa e, come sono su Per 4 Piedi, “ognuno con suo il ritmo ognuno col suo stile”.
Daniele
#4piedi