#Ötzicalling !

Andrea via Whatsapp sta scrivendo cose che non comprendo. 

Tisenioch“, “Fundstelle der Mann Ötzi” e io penso che suo figlio Albertino, per tutti El Bocia, si sia impossessato del cellulare. “No, sono i nomi in tedesco di dove andiamo.”

Ci siamo, ormai. Il momento in cui Andrea ed io incontreremo Ötzi si avvicina. Lui lassù c’è stato molte volte. Per me sarà la prima. 


Lassù è un punticino a 3.206 metri di altezza, sul Similaun, Alpi Venoste, Alto Adige, val Senales, confine italo-austriaco. 


Partiremo alle ore 7, più o meno, di lunedì 26 giugno dal Rainhof, l’albergo montano della nostra amica Agnese, a Madonna di Senales. Il livello del mare è 1.465 metri più giù, in verticale. 

Messo tutto questo nel frullatore crea un trail di 20 chilometri di lunghezza tra andata e ritorno, per 1.700 metri di dislivello. 

E sarà la mia prima volta sopra i 3.000 metri. Ecco qui il vero confine che ci interessa. E di confini io e Andrea ne abbiamo già superati qualcuno, andando verso nuove latitudini.

Perché Ötzi?

Perché la storia di questo perfetto sconosciuto, che è diventato mio amico l’estate scorsa, mi affascina. Me lo immagino come un uomo che percorresse le valli altoatesine, di villaggio in villaggio, per portare merci, piccoli oggetti, messaggi tra persone lontane. Uno che accorcia le distanze, percorrendole. E in questo suo andare su e giù, instancabile, immagino incontrasse le storie più disparate, inventasse lui stesso dei racconti. Cacciasse, realizzasse gli oggetti che usava mentre le stelle sfidavano il buio della notte. E di giorno guardasse a fondo valle e immaginasse il futuro. 

5.300 anni fa Ötzi stava percorrendo il contorno selvaggio del Similaun, il gelo era ovunque. Il ghiaccio ebbe la meglio e lo abbracciò, fino a trasformarlo in una mummia di freddo, con tutti gli oggetti che aveva con sé. Con tutta la sua vita, conservata per sempre per il futuro. Pompei a 3mila metri verso l’alto. 

Accanto ad Ötzi, il freddo ci ha regalato il suo mantello, la faretra, i pantaloni, il mantello, che non gli servì, e l’ascia, lavorata di fino, splendido esempio dell’innovazione dell’età del bronzo.

C’erano anche le sue scarpe, in ordine, consumate dal cammino, dalla corsa dicono… e questo particolare mi commuove un po’. 

Insomma, caro Ötzi, ci siamo. 

Come ogni mummia che si rispetti anche su di te si raccontano tante leggende. Sembra che chi ti ha ritrovato e chi ti ha esaminato sia morto in circostanze strane. E sembra che tu dia buoni consigli ai viaggiatori. Ti hanno studiato in molti, hanno ricostruito in 3D il tuo corpo e il tuo volto. Proprio oggi ho letto che sei l’uomo più vecchio ritrovato in Trentino Alto Adige e io e Andrea ti porteremo la birra più storica della tua terra, una Forst fresca. La berremo insieme, quindi Ötzi fai il tifo per noi. 

Mi hanno detto che il tuo nome si pronuncia con quella Ö stretta che non riesco a dire bene.

Se io arrivo alla tua lapide, al tuo confine, per me sarà un altro limite superato. E il tetto del mio mondo andrà sopra i 3mila metri. Sono solo numeri, che a me piacciono quando portano ad avventure come la tua. Sono sei mesi che mi alleno. Ho rafforzato le braccia, gli addominali, ho corso tanto in salita. Andrea sta facendo da tre giorni l’elenco dell’equipaggiamento: è preciso, è organizzato. Porterà lo zaino più pesante: sai perché? Per allenarsi per la Primiero Dolomiti Marathon. Il viaggio verso di te sarà il suo ultimo allenamento. 

Saliremo da te con una nuova estate appena iniziata, il tempo dovrebbe essere buono. Ho vissuto questi mesi pensandoti ogni giorno un po’, immaginando come sarà. È stato tempo sognato, ora lo viviamo. 

Due amici che vengono a trovarti per bere una birra con te. 

Se questa immagine non fosse folle, il viaggio non sarebbe divertente. Se storie come la tua non affascinassero ancora adulti e bambini, non sarebbe affascinante provarci. Se fosse facile, immediato, se non ci volesse sudore, fantasia, quel pizzico di rischio che scatena adrenalina ed emozione non saremo esseri umani.

Ciao Ötzi, ci vediamo presto

Alberto

(@per4piedi)

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