Il primo post dell’anno scorso l’ho dedicato a raccontare un sogno, che poi si è realizzato, grazie soprattutto alla tenacia ed al coraggio della protagonista. Ad al suo sorriso.
Quest’anno inizio raccontando una storia sul tempo.
Non sul tempo qualunque, libero o ritagliato che possa essere, distrattamente, tra un impegno e l’altro.
Ma sul tempo di qualità. E vi porto in pista, a conoscere Jakob Ingebrigtsen.

Credit: Ulrik – https://www.dagbladet.no/sport/jakob-ingebrigtsen-star-over-diamond-league-finalen/70150927
Alcuni giorni fa ho letto questo articolo dedicato allo stile di allenamento, intenso e preciso, che Jakob segue, sotto la guida del padre – allenatore, vita e famiglia dedicate all’atletica.
Credo che questo approfondimento possa interessare gli appassionati di tabelle e routine di allenamento.
Ammetto che a me ha incuriosito un aspetto diverso, più da dietro le quinte, ma fondamentale come allacciarsi le scarpe: il tempo che Jakob dedica a se stesso e alla realizzazione dei propri obiettivi. Momenti di pausa compresi.
Il top runner norvegese alterna giorni di allenamento intenso, sopra soglia, oltre il limite insomma (high) a giorni di riposo, a volte anche totale, sauna inclusa e l’arte del cazzeggio (low).
In sintesi: high – low – high – low.
Per riuscire a concretizzare questo mantra moderno, il combattivo Jakob deve fare due cose prima: alzarsi dal divano (anche per entrare in sauna) e prendersi il suo tempo.
Jakob è uno che vuole vincere, e ha già vinto tanto. Quindi per lui il tempo è fondamentale, un compagno di gioco, mi viene da dire, dal momento che è nato nel 2000. Un millennial!
Tempo.
Quando si allena in pista o in palestra, il giovanotto mette la massima intensità in ogni secondo. Si concentra su ogni passo, su ogni suo respiro. Sul presente.
Poi si concentra sul riposo, e allora tempo per lo stretching, per la meditazione, per le dormite e per la sauna. E per il silenzio. Ricordandosi di disconnettersi. Di nuovo: resta nel presente.
E poi ricomincia.
Jakob ha una settimana scandita al minuto, è un professionista, questa è la sua scelta, al momento.
È giovane, cerca il proprio equilibrio, e per farlo continua a muoversi.
High – low – high – low.
L’arte di giocare intensamente e di prendersi delle pause nette.
Se sostituiamo la corsa di Jakob con i nostri sogni e progetti e buoni propositi ed intenzioni migliori e quello che volete, dobbiamo fare le stesse cose del nostro amico campione europeo.
Alzarci dal divano e pretenderci il nostro tempo di qualità.
Prima di tutto per noi stessi.
Dedicarci i momenti, gli attimi, quelli intensi e quelli distesi. Dedicarci ogni goccia di adrenalina, ogni grammo di silenzio.
Questione di atteggiamento, di dedizione, di volerci del bene.
Ma chi è Jakob Ingebrigtsen?
È un 18enne, nato a Sandnes, Norvegia, mezzofondista e siepista: corre in pista, insomma.
E corre veloce. Il 10 agosto del 2018, a Berlino, conquista l’oro sui 1.500 metri, più giovane atleta della storia a vincere un titolo europeo, nonché primo nato nel nuovo millennio. Ventiquattro ore dopo, con il nuovo record europeo under 20 sui piedi, vince i 5.000 metri, davanti al fratello Henrik.
Vanno forte i norvegesi, si prendono tutto il tempo che serve.
Buon anno, buon anno davvero,
Alberto.