Così, in una sera di fine anno, le ragazze ed i ragazzi della Fuel To Run, si sono emozionati per l’arrivo del viaggio a bordo corsa, che Nicola Bottosso sta compiendo da Venezia a Cortina.
Tre giorni e dovevano essere 160 km: da ieri saranno almeno 175, perché Nicola ci ha dato dentro, fino all’arrivo al Joy Club di San Vendemiano.
Perché uno mette un piede davanti all’altro per tre giorni?
Nicola lo fa per raccogliere fondi per la LILT – Giocare in Corsia, che cerca di far sorridere quei bimbi che stanno affrontando davvero un’ultra maratona, una spartan più un Ironman, tutti insieme.
Come Alice, che 18 mesi fa si è spenta.
18, come gli anni che aveva e che facevano vibrare quel sogno di diventare stilista.
Alice amava i colori ed il disegno. Ed ha difeso il suo sorriso fino all’ultimo respiro.
Così, quando ha capito che il destino le stava offrendo un foglio bianco dai margini invisibili, invece di disperarsi, ha continuato ad usare linee e sfumature.
Adesso quegli ultimi disegni raccontano una storia su una maglietta.
I genitori di Alice sono un pugno che arriva allo stomaco e ti fa esplodere dentro serenità e coraggio. Potevano soffocare di rabbia, trasformandosi nel dolore che provano.
Hanno scelto di far proseguire la freschezza di Alice.
Ecco che, quando Nicola dice “Macché impresa la mia. Io corro e basta”, si capisce che la corsa è un mezzo per unire mondi e distanze lontani. Per far apparire possibile ciò che sembra il contrario. Come fa Alice nel mondo delle meraviglie.
Così si parte con il sorriso scanzonato, per andare a smaltire il panettone in una corsetta ed incontrare un ultramaratoneta, si torna con una consapevolezza nuova che dentro vibra e brucerà ancora.
E ci si trova più forti di prima.
Grazie ad Alice e ad uno che sta mettendo un piede dopo l’altro sull’asfalto, da Venezia a Cortina.
Ciao,
Alberto
#4piedi