Ci sono storie che non riesco a non raccontare. Accade, soprattutto, con quelle in cui l’elemento umano supera l’impresa sportiva.
Correre 100 chilometri tutti insieme, uno davanti all’altro è un’impresa. Credo che su questo non ci siano dubbi.
L’ultraMaratona più famosa e partecipata d’Italia (e tra le più leggendarie al mondo) è la 100 km del Passatore, che il prossimo 25 maggio partirà da Firenze per concludersi il giorno successivo a Faenza. Come vuole la sua tradizione, lunga 47 edizioni.
Tante sono le storie che il Passatore vede e racconta ad ogni anno. E tante sono le storie che, mesi ed anni prima, iniziano e portano i loro protagonisti a correre quei 100 chilometri.
Quest’anno ce ne sarà una moltiplicata per 100.
100×100 è il nome che Mariella Di Leo ha dato all’idea di unire 100 donne, provenienti da tutta Italia, e che correranno, supportate da Brooks, tra Firenze e Faenza, senza il supporto di alcun mezzo al seguito.
Lo scopo è lo stesso di ogni avventura in cui si mescolano passione e sana follia: dimostrare che si può fare, se lo si desidera davvero.
Ma qui c’è qualcosa di più, ed è la scintilla che mi ha colpito. L’elemento umano, appunto.
L’idea nasce dalla promessa fatta da Mariella ad un’amica ammalata: “Ti accompagno in questa impresa, dai.“.
L’amica, purtroppo, quest’anno non potrà partecipare perché dovrà curarsi. Così Mariella ha voluto coinvolgere altre 99 donne che non si conoscono, che non conoscono l’amica di Mirella, ma le dedicheranno il loro Passatore, per farla sentire presente.
100 storie, 100 motivazioni, ognuna unica, ognuna un colore che cola sulla tela dell’ultraMaratona per eccellenza.
E tutte che fluiscono in un unico momento, diventando qualcosa di più della loro somma. E creare un’altraMaratona.
È questione di condivisone reale, di energia, che più dai più ti rafforza, di credere che valga la pena affrontare un viaggio potentissimo per superare la fragilità che qualche volta la Vita fa attraversare.
Alberto
#4piedi