Un paio di settimane prima di Unesco Cities Marathon avevo scritto che i messaggi sulle magliette possiedono ancora il potere di colpire le persone e stimolarne le idee.
La stessa cosa la dico, e con ancor maggiore convinzione, dopo aver corso quella Maratona indossando le magliette giallo flou che gli amici di Goccia di Carnia hanno regalato a me e Andrea, in tempo per accompagnarci lungo questi leggendari 42 chilometri e 195 metri.
Correre una Maratona con in mano una bottiglia d’acqua può fare la differenza. Portarne il nome sul petto aiuta a farsi degli amici. Avere il proprio nome sulle spalle e @per4piedi sulla schiena ha reso la corsa ancora più divertente.
Già alla partenza di Cividale.
“Goccia di Carnia?”, chiede un runner incuriosito. “Speriamo non ci serva l’acqua santa alla fine.” Del resto la corsa genera endorfine e l’autoironia produce ottimismo.
“E’ buona la Goccia, ma la Maratona è sponsorizzata da noi”, urla divertito un uomo alla guida di una macchina griffata con il logo dell’acqua ufficiale della gara.
Anche lo sponsor vuole la sua parte. Circolare.
“Per 4 Piedi… speriamo di non arrivare a 4 zampe o peggio a zampe all’aria”, dice qualcuno che corre dietro di noi. Tutti ottimisti oggi.
“Hai una bottiglia? Ho finito l’acqua!”, urla una donna dal terrazzo di casa sua, davanti al ristoro del quinto chilometro. Ma non so se lo chieda a noi o ai volontari del ristoro stesso. Ci si diverte con poco, insomma.
“Buona la Goccia, bravi”, applaudono allegre quattro anziane. Quattro, come le Gocce, come i Piedi miei e di Andrea. E meno male che Andrea è con me, altrimenti mi sarei fermato e avrei chiesto a quelle signore di scattare una foto insieme.
“Vuoi dall’acqua?”, chiede ad Andrea un volontario al ristoro dei 15 chilometri. “Ah no scusa.” Aria perplessa* di Andrea.
*Chiariamo il fatto che indossare una maglietta con il marchio di un’acqua minerale non ci rende cammelli con riserve idriche illimitate. Così, tanto per dirlo.
E poi ci sono gli incontri che solo Andrea riesce a fare. Transitiamo davanti alla discoteca Decadence ancora piena di clienti. Sono le undici del mattino.
Andrea chiede ad un ragazzo che si sta stiracchiando sul ciglio della strada:“Ma siete dentro da ieri sera?”
“Sì.”
“Beh, complimenti.”
“Ma correte tutti i 42 chilometri?”, chiede il ragazzo ad Andrea.
“Sì.”
“Beh, complimenti.”
Piazza Grande a Palmanova, lo speaker.
“Ecco il due di Goccia di Carnia, falcata fluida per il numero 87 Alberto e il numero 88 Andrea. Salute ragazzi.”
“No Goccia di Carnia, meglio una birra. Togliti la maglietta e tieni qua”, mi propone ridendo il volontario dello spugnaggio appena fuori le mura di Palmanova, porgendomi una birra da mezzo, ghiacciata.
“Dopo, dopo l’arrivo.”
“Devi arrivarci là però”
Ha ragione, ma alle tentazioni resisto. Questa volta. Grazie per il tifo comunque.
“E ne avete da bere voi prima di arrivare”, dice qualcuno, in un numero di chilometri indefinito dopo i 30.
La gente ci vuole bene.
“La vendo in negozio, fermatevi che facciamo una foto”, ci incita un uomo. Effettivamente notiamo che il negozio è aperto. Effettivamente notiamo che ha in mano una macchina fotografica. Effettivamente sembra si metta a correre per seguirci.
“Goccia, una rondine fa primavera e ti fa fare molta plin plin”, schignazza una ragazza in evidente mega mix idrico minerale da domenica mattina.
O forse sono le nostre allucinazioni.
Sorso dopo sorso arriviamo al traguardo, dove l’emozione è unica fino alle lacrime. Salate come l’acqua del mare che danza pochi chilometri più in là.
Cara Goccia, ci hai regalato magliette stupende e ci hai tenuto la mano dall’inizio di Per 4 Piedi fino all’arrivo ad Aquileia.
E alla fine abbiamo brindato anche alla tua.
Ciao,
Alberto (@per4piedi)