Ero in auto, durante una delle mie attraversate dell’Italia in autostrada, quando mi chiama il mio amico Andrea (non il coach neo papà).
Mancava qualche giorno a Natale e parlavamo del più e del meno, quando Andrea mi fa:”Perché vedi, una cosa che mi piace di voi-che-correte-a-piedi è che siete orientati agli obiettivi in maniera perfette. Prendi te, sei sempre stato disciplinato e caparbio, adesso lo sei ancora di più. È come se la corsa stesse tirando definitivamente fuori la voglia di arrivare dove vuoi arrivare.”
Raramente Andrea fa discorsi così filosofici. “Io non ce l’ho questa costanza, mi stufo quasi subito. Mentre voi-che-correte-a-piedi ce l’avete.”
Dunque, stabilito che faccio parte della tribù dei voi-che-correte-a-piedi, l’Andrea riflessione sugli obiettivi mi ha fatto pensare e si è presentata in tutta la sua potenza qualche giorno fa.
Questo gennaio 2015 è stato un mese quasi di passaggio. A causa di influenza e dintorni ho dovuto rallentare fino a fermarmi da molte attività per due settimane. Tre giorni fa, al termine di un allenamento, Runtastic mi dice che dall’inizio del mese ho corso 88 km e 700 metri.
Pensavo meno, ero sorpreso. Piacevolmente.
Sono lento e impacciato, ma combatto!
Ho deciso di arrivare a correre almeno 100 km prima della fine di gennaio e avevo ancora tre giorni. Di tempo ce n’era.
Sapere quanto contrattempi possono accadere in tre giorni? Più o meno 25, tanto che mi aspettavo sbucasse fuori Woody Allen e dicesse:”Ok stop, buona questa!”
Così, dopo una tra le settimane più paradossali della mia vita, oggi sono riuscito a trovare quell’ora che mi avrebbe permesso di coprire gli 11 km e 300 metri che mi separano dal mio obiettivo.
Infatti, mi accorgo che in quei tre giorni il 100 ha perso la forza magica del primo numero a tripla cifra, ha perso il fascino del rapporto distanza corsa in un mese, meno due settimane, ha smarrito il colore forte del ricordo che fino a 7 mesi io e la corsa frequentavamo strade differenti.
Il 100 è diventato il mio obiettivo.
E in quei tre giorni le parole di Andrea sulla tribù dei voi-che-correte-a-piedi si sono presentate con tutto quel loro fascino, potente e magico.
Voglio farcela per me stesso, perché sarà un piccolo obiettivo, ma se lo supero è il mio traguardo. Perché ogni centimetro di quel 100 ha l’orma delle mie Mizuno rosse sopra.
E così è stato, proprio allo scadere del tramonto, con una manciata di orme in più. Con una sorsata di gioia dentro
(vorrei condividere questo traguardo con una persona, ma forse la settimana paradossale al cubo l’ha fatta scomparire)
Qual è il primo obiettivo che avere raggiunto quest’anno?
Ciao,
Alberto (@per4piedi)